Lui & Lei
Il più bel complimento ricevuto
di Grey_Epicureo
14.09.2023 |
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"Urla ancora e ne chiede di più..."
Qual è il miglior complimento che avete mai ricevuto? Ho conosciuto Michela a una cena seguita a un convegno di lavoro. Seduti allo stesso tavolo, abbiamo superato la noia di questi eventi con grande nonchalance: qualche battuta, uno sbadiglio mal celato agli interventi più inutili, un calice o due…
Poi è venuto il momento del suo intervento sul palco. Illuminante. Applausi convinti, soprattutto i miei e - al suo rientro al tavolo - un sorriso e qualche parola di sincera ammirazione per i concetti espressi. Nessuna reazione.
Dessert, caffè, ci si sposta verso un giardino dove si continua con i soliti convenevoli; un po’ di lavoro, aneddoti d’ufficio, le vacanze, i bambini… insomma, poca sostanza, aspettavo solo il momento per andare finalmente a dormire senza sensi di colpa. Avevo perso di vista Michela, ma non me ne facevo un cruccio.
Eccola che mi raggiunge alle spalle e mi ringrazia per i complimenti di prima: “cosa hai apprezzato del mio intervento?”. Chi legge ha intuito: un brivido mi corre per la schiena, adrenalina pura. Lei in totale controllo, invece. Un po’ confuso le dico sinceramente cosa ho trovato di geniale nel suo intervento; lei ribatte: ah, ma allora dici sul serio. Poco fa quel bel tomo - e indica il classico “fico da convegno” - ha detto che non riusciva a togliere gli occhi dalle mie gambe. Imbecille, pensare che conosce molto bene mio marito… Ridiamo insieme.
Basta, ho sonno vado a dormire. Ottima idea, dice lei, a domani, ci salutiamo alla colazione, prima della partenza. Mi avvio per le scale, lei verso l’ascensore: due piani li faccio volentieri a piedi, lei ha la camera al quarto piano. Sento l’ascensore che si apre, esce Michela, viene verso di me con le scarpe in una mano. Nell’altra, vedo del pizzo nero. Il suo perizoma. Apro la porta della camera e la tiro dentro. O forse è lei che mi spinge, baciandomi mentre si lascia aprire l’abito che la copre sempre meno. Scalcio via le scarpe ancora allacciate, faccio attenzione a sfilare le calze prima di sfilare i pantaloni (non sopporto l’idea di restare nudo con le calze) e mi getto fra le sue gambe. È fresca (come è possibile?), delicata, morbida e umida.
Se c’è una cosa che mi fa davvero impazzire è il cunnilingus, saprei passarci ore. Le pieghe delle grandi labbra, la clitoride che si inturgida, gli umori sulla lingua, la stimolazione del perineo, che la fa reagire come una tigre…
Mi tira per i capelli, mi vuole baciare, poi mi gira, lo prende in bocca: mi sa che condividiamo la stessa passione per l'oral. Poi sale sopra di me, lo struscia sulla clitoride gonfia, ansima, e finalmente si impala. Non è la posizione preferita, ma lascio che sia, non mi oppongo. E poi la giro, ora lei è sulla schiena e io su di lei. Mi chiede di tutto, sono pronto a tutto. Si gira, mi vuole dietro: ecco, la mia preferita. Mi accoglie con fatica, ma non si tira indietro. Cerco di non fare male, apprezza e continua a spingere. Urla e ridiamo pensando ai vicini di camera. Urla ancora e ne chiede di più.
Poi improvvisa, si ferma, si gira, mi guarda negli occhi, mi ringrazia. Io non capisco, non ho avuto alcun sentore di orgasmo (certo non il mio). Devo avere una tale espressione da scemo che scoppia a ridere e mi dice: guarda che non hai finito il tuo lavoro, volevo solo fare una pausa. Ridiamo come matti, chiacchieriamo, beviamo dell’acqua che mi rovescia sul petto, si china a leccarla fino a scendere e riprenderlo in bocca: “è fresco, prima lo sentivo incandescente”. E giù a ridere. Il primo orgasmo lo raggiungo così, con lei che mi masturba con la mano, la lingua, le labbra, ancora la mano. Durante gli spasmi del climax mi guarda negli occhi e mi dice: sei l’unico che stasera non me l’ha chiesta, stronzo. E adesso, vedi di non addormentarti, perché te lo taglio.
Più tardi nella nottata - e molte risate, diversi orgasmi, un sacco di sfottò reciproci - si alza e va alla toilette. Io spossato resto sul letto, sforzandomi di non cadere nel sonno. Lei rientra in camera, mi guarda seria e mi dice: Sai, sei molto meglio nudo che vestito. Di gran lunga il miglior complimento che mi sia mai stato fatto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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